Mi limitavo ad amare te: ripartire dal 1992, sulle strade di Sarajevo

In questo romanzo Rosella Postorino ci racconta il dramma delle vite spezzate da una guerra che l’Europa ha cercato di ignorare.

Il titolo del nuovo libro di Rosella Postorino Mi limitavo ad amare te, è tratto da un verso della poesia Cerco la strada per il mio nome del filosofo e poeta bosniaco Izet Sarajlic. Edito da Feltrinelli, il romanzo è in libreria dal 2023 ed è stato selezionato nella cinquina finalista della settantasettesima edizione del Premio Strega. Ha inoltre vinto il Premio letterario nazionale per la donna scrittrice, il Premio Asti d’Appello 2023 e il Premio Letterario Internazionale Casinò di Sanremo 2023.

Il nuovo racconto che ci propone Postorino in questo libro si snoda fra le vite intrecciate di Omar e suo fratello Sen, a cui si aggiunge presto quella di Nada e del fratello maggiore. Tutti giovanissimi, si trovano ad affrontare la crudeltà dell’assedio di Sarajevo del 1992. Vivono insieme in un istituto dove le rispettive famiglie disastrate li hanno lasciati quando non sono più state in grado di occuparsene. 

Nel libro, così come nella realtà, con l’aggravarsi del conflitto si è deciso di far partire quanti più minori possibile alla volta dell’Italia. Nel tempo interminabile passato sui sedili del bus a loro assegnato per il viaggio Nada conosce Danilo, poco più grande di lei ma in apparenza già meglio equipaggiato per affrontare il destino che li attende oltre il confine.

Dopo un viaggio che con un eufemismo possiamo definire difficile, i ragazzi vengono accolti dagli istituti religiosi, in un Paese di cui non conoscono nemmeno la lingua. La fine del conflitto tarda ad arrivare e con il passare degli anni quella che doveva essere una soluzione d’emergenza diviene per molti definitiva.

Attraverso gli occhi di questi ragazzi Mi limitavo ad amare te ci racconta il dramma delle vite spezzate da una guerra che l’Europa ha cercato di ignorare. La difficoltà di ritrovare i propri familiari nelle città bombardate ha portato le istituzioni italiane a concedere i minori rifugiati prima in affido e poi in adozione alle famiglie del nostro Paese che ne hanno fatto richiesta. Ma la ricerca delle proprie radici è spesso un richiamo troppo forte per essere ignorato a lungo e molti di loro non hanno saputo adattarsi né tantomeno integrarsi in una società che non è mai stata la loro.

«Tutti noi siamo orfani di Dio, semplicemente perché tutti siamo gettati nel mondo senza averlo chiesto e senza riparo possibile dal dolore.»

Mi limitavo ad amare te è una storia toccante e intensa, tanto più perché strettamente legata a fatti reali e molto vicini alla nostra storia recente. All’autrice va il merito di aver messo in luce uno degli aspetti umani connessi alla guerra: le sofferenze inflitte ai più piccoli. Durante la lettura, però, il continuo trasferire il punto di vista narrativo da un protagonista all’altro non mi ha permesso di immedesimarmi completamente nel racconto.

Pur apprezzando la scrittura impeccabile di Postorino, nessuno dei protagonisti mi è entrato sottopelle, trasmettendomi le sue emozioni. L’identità del gruppo e il contesto storico hanno prevalso sull’empatia che può crearsi con un altro essere umano, riproponendo così un racconto storico aderente alla realtà ma senza fare più che un passo oltre i fatti di cronaca.

Erna Corsi

Foto in alto: Rosella Postorino – messinatoday.it

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