La poesia nel dì di domenica: “Ciò che indossavo“ di Mary Simmerling

Mary Simmerling
Parole semplici e incisive pongono l’accento sul pregiudizio e trasmettono la vergogna a cui è esposta la vittima che sporge denuncia.

Ieri, 25 novembre, come ogni anno dal 1999, si è celebrata la Giornata internazionale contro la violenza sulle donne. Fu l’Assemblea delle Nazione Unite il 17 dicembre di quell’anno a istituirla invitando governi e organizzazioni internazionali a predisporre in quel giorno momenti di riflessione, incontri e altre attività per sensibilizzare l’opinione pubblica su questo tema, sempre più allarmante.

Per celebrare il 25 novembre abbiamo scelto la poesia Ciò che indossavo di Mary Simmerling che lancia un potente messaggio in difesa delle donne che hanno subito violenza. Simmerling scrisse questa poesia nel 2013 per raccontare la sua esperienza personale, avvenuta nell’estate del 1987. Con parole molto semplici e incisive pone l’accento sul pregiudizio e trasmette la vergogna a cui è esposta la vittima che sporge denuncia.

La sua poesia ha ispirato la mostra What where you wearing, ideata nel 2013 da Mary Wyandt-Hiebert, docente dell’Università dell’Arkansas, e Jen Brockman, direttrice del Sexual Assault Prevention and Education Center istituito all’Università del Kansas, che avevano raccolto le testimonianze delle studentesse che avevano subito violenza nei campus.

In Italia il centro antiviolenza Cerchi d’acqua ha realizzato Com’eri vestita? – Rispondono le sopravvissute alla violenza sessuale, un’installazione in cui i vestiti esposti rappresentano simbolicamente quelli indossati durante la violenza subita e sono accompagnati da suggestioni e racconti che le donne hanno voluto condividere, raccontando la loro esperienza.

Inaugurata a Milano nel 2018, la mostra, grazie anche al sostegno di D.i.Re – Donne in rete contro la violenza, è diventata itinerante e si muove su tutto il territorio nazionale.

Nel video di oggi, curato come sempre da Debora Menichetti, ascoltiamo Ciò che indossavo.

Serena Betti

Foto in alto: Mary Simmerling

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Ciò che indossavo

Era questo:
a partire dall’alto
una maglietta bianca
di cotone
a manica corta
e girocollo

Questa era infilata
in una gonna di jeans
(anche quella di cotone)
che finiva appena sopra le ginocchia
e con una cintura in vita

Sotto tutto questo
c’era un reggiseno di cotone bianco
e mutande bianche
(anche se probabilmente non abbinate)

Ai miei piedi
scarpe da tennis bianche
il tipo di scarpe con cui giochi a tennis

e per finire
orecchini d’argento e lucidalabbra.

Questo è ciò che indossavo
quel giorno
quella notte
il quattro di luglio
del 1987.

Potreste chiedervi
perché è importante
o perché io mi ricordi
ogni capo di abbigliamento
con questa precisione

Vedete
mi hanno fatto questa domanda
molte volte
l’ho ricordato
molte volte
questa domanda
questa risposta
questi dettagli.

Ma la mia risposta
così attesa
così prevista
sembra piatta in qualche modo
visto il resto dei dettagli

di quella notte
durante la quale
ad un certo punto sono stata violentata.

E mi chiedo
quale risposta
quali dettagli
vi darebbero conforto
potrebbero darvi conforto
a voi
miei inquirenti

cercate conforto
laddove
ahimè
nessun conforto
può essere trovato.

Se solo fosse così semplice
se solo potessimo
mettere fine allo stupro
semplicemente cambiandoci d’abito

Ricordo anche
che cosa lui stesse indossando
quella notte
anche se
è vero
nessuno
me l’ha mai chiesto

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