Pillole di Femminile – Storie piccole che raccontano un mondo grande #50

Un estratto da Le otto montagne di Paolo Cognetti. Uomini e donne non possono vivere il richiamo della montagna allo stesso modo.

Pillole di femminile, la rubrica per riflettere su alcuni piccoli grandi temi legati alla vita di tutti i giorni.

Mi raccontò che suo zio, in alpeggio, negli ultimi tempi non riparava più niente. Se una sedia si rompeva, la bruciava nella stufa. Se vedeva una pianta infestante nel pascolo, nemmeno si chinava a strapparla. Suo padre bestemmiava quando gli nominavi quel posto, le mucche le avrebbe prese volentieri a fucilate e il pensiero che andasse tutto in malora gli provocava un’allegria crudele. Ma Bruno si sentiva diverso da così, tanto diverso da suo padre, suo zio e i suoi cugini, che a un certo punto aveva capito a chi assomigliava e da dove gli veniva il richiamo della montagna.

«Da tua mamma» dissi. Non perché l’avessi saputo prima, l’avevo pensato in quel momento.

«Sì» disse Bruno, «siamo uguali io e lei.» Fece una pausa perché pesassi bene quelle parole e poi aggiunse: «Solo che lei è una donna. Se io me ne vado a stare nel bosco nessuno dice niente, se lo fa una donna la prendono per strega. Se io sto zitto che problema c’è? Sono solo un uomo che non parla. Una donna che non parla dev’essere una mezza matta.»

Era vero, lo avevamo pensato tutti, io stesso non avevo mai scambiato più di due parola con lei, neanche adesso quando passavo da Grana e mi dava le patate, i pomodori e la toma da portare su. Un po’ più curva e ancora più magra di una volta, era sempre la strana presenza che vedevo là in alto, nell’orto, da ragazzino.

Bruno disse: «Se mia mamma fosse stata un uomo allora sì che avrebbe fatto la vita che voleva, non era il tipo da sposarsi mi sa, di certo non con mio padre. La sua unica fortuna è stata liberarsi di lui.»

«E come ha fatto?»

«Chiudendosi la bocca e stando lassù con le galline. Non puoi prendertela troppo con una così, prima o poi la lasci in pace.»

Serena Pisaneschi

Foto in altro: di Mateusz Sałaciak su Pexels

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