La poesia nel dì di domenica: “Figli dell’epoca“ di Wisława Szymborska

Wisława Szymborska
Lo sguardo lucido, ironico, anche coraggioso, di una poeta che ha utilizzato un linguaggio semplice ma mai banale.

Molte poesie di Wisława Szymborska mi hanno accompagnato in questi anni. Una in particolare che ho sempre sentito molto vicina è Figli dell’epoca. “Il personale è politico” è il famoso slogan  femminista nato negli anni ’70 quando le donne, confrontandosi tra loro su problemi ed esperienze quotidiane nei gruppi di autocoscienza, scoprirono che l’oppressione e le ingiustizie che provavano in diversi ambiti erano situazioni comuni  e condivise.  Diventò importante, quindi, agire individualmente e collettivamente a nome di tutte. Questo slogan è stato il faro che ha illuminato la mia strada a partire da quegli anni, e che tuttora perseguo. Impossibile non riconoscermi e non amare profondamente le parole di questa poesia ancora molto attuale, pubblicata nel 1986 nella raccolta Gente sul ponte, che ascolterete accompagnata dalle bellissime immagini del video di Debora Menichetti.

Serena Betti

Foto in alto: Wisława Szymborska

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Figli dell’epoca

Siamo figli dell’epoca,
l’epoca è politica.
Tutte le tue, nostre, vostre
faccende diurne, notturne
sono faccende politiche.
Che ti piaccia o no,
i tuoi geni hanno un passato politico,
la tua pelle una sfumatura politica,
i tuoi occhi un aspetto politico.
Ciò di cui parli ha una risonanza,
ciò di cui taci ha una valenza
in un modo o nell’altro politica.
Perfino per campi, per boschi
fai passi politici
su uno sfondo politico.
Anche le poesie apolitiche sono politiche,
e in alto brilla la luna,
cosa non più lunare.
Essere o non essere, questo è il problema.
Quale problema, rispondi sul tema.
Problema politico.
Non devi neppure essere una creatura umana
per acquistare un significato politico.
Basta che tu sia petrolio,
mangime arricchito o materiale riciclabile.
O anche il tavolo delle trattative, sulla cui forma
si è disputato per mesi:
se negoziare sulla vita e la morte
intorno a un rotondo o quadrato.
Intanto la gente moriva,
gli animali crepavano,
le case bruciavano
e i campi inselvatichivano
come in epoche remote
e meno politiche.

(Traduzione di Pietro Marchesani)

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