Elibetta Franchi: «Parlo da imprenditore» emblematico uso del maschile

Elisabetta Franchi

Il cambiamento di una società spetta tanto ai governi quanto ai singoli. Specie quelli che si trovano in posizioni di privilegio rispetto ai loro pari meno fortunati.

Ancora non si è placato lo scalpore che ha suscitato Elisabetta Franchi dichiarando di aver deciso da tempo di assumere nella sua azienda, sì, prevalentemente donne, ma tutte sopra i quarant’anni, nella speranza di non vederle sparire per due anni per motivi familiari (maternità, matrimoni, divorzi, ecc). Il suo discorso parte da una premessa: «Parlo da imprenditore che non riceve nessun aiuto dallo Stato».

Però un paio di riflessioni sgorgano spontanee, visto peraltro che Franchi parla di donne che lavorano ventiquattro ore al giorno.

Da imprenditrice, non potresti fare due semplici cose come:

  1. Assumere delle maestre d’asilo e adibire una parte della tua struttura a questo scopo considerandolo un investimento per l’impresa?
  2. Assumere il doppio del personale che lavori in squadre di cinque o sei ore giornaliere con un tempo di sovrapposizione per il passaggio delle consegne e consentire di avere più tempo per la famiglia, per il parrucchiere e per la vita che tutti i cristi dovrebbero fare normalmente, non solo le donne?

Certo, tutto questo avrebbe un costo maggiore rispetto allo sfruttamento bieco imposto dalla morale capitalista. Significherebbe fare, a titolo personale, un passo verso una produttività più socialista se mi è concesso un azzardo semantico – perché comunque di socialismo ancora non si tratta; ma se sei donna e hai la responsabilità di rappresentare il tuo genere nel mondo del lavoro, specialmente in un mondo competitivo come quello della moda, mi aspetto che tu voglia fare la differenza. Mi aspetto che tu questa sensibilità ce l’abbia e non che usi le persone come macchine di produzione da spremere come limoni.

Oggi, 8 maggio 2022, c’è un gran clamore sui social per le affermazioni di Elisabetta Franchi quindi io, invece, mi fermerei qua. Credo che il cambiamento di una società spetti tanto ai governi quanto ai singoli. Specie quelli che si trovano in posizioni di privilegio rispetto ai loro pari meno fortunati.
Aggiungo una postilla: «Parlo da imprenditore» la dice lunga su come Franchi si ponga nel mondo del lavoro.

Laura Massera

Foto in alto: Elisabetta Franchi

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