Tappa fiorentina del tour Volevo fare la rockstar: un’emozione trascinante

Carmen Consoli - volevo fare la rockstar tour
Carmen Consoli regala uno spettacolo avvolgente. Atmosfere, luci e musica catturano tutto il pubblico e danno vita a un ritorno in grande stile.

Lunedì 8 novembre 2021, nella bellissima cornice del Teatro Verdi di Firenze, Carmen Consoli ha dato vita alla quarta tappa del tour Volevo fare la rockstar. Lo spettacolo è diviso in tre atti: il sogno, gli anni mediamente isterici e l’amicizia. Negli atti, uno dopo l’altro, vengono snocciolati quasi trenta dei più grandi successi della cantautrice siciliana.

Nel primo atto ci gustiamo lei e il sempre fedele chitarrista Massimo Roccaforte, tutti e due impegnati a rendere avvolgenti le dieci tracce dell’ultimo album della Cantantessa, uscito lo scorso ventiquattro settembre (ve ne abbiamo parlato qui); originali videoclip proiettati su un enorme telo bianco fanno da sfondo all’esibizione. Dopo le belle atmosfere pacate, il secondo atto si apre con i rintocchi di un sound potente. Alla sinistra di Carmen Consoli, seduta alla batteria con braccia nude e completamente rapita dalla musica, appare Marina Rei.

Controcanti armoniosi e i bassi che picchiano nel petto infilano alcuni dei successi più energici del repertorio di Consoli. A quel punto tutto il pubblico viene trascinato dalla musica, i più fortunati nei palchetti hanno potuto buttarsi in danze trascinanti, complici anche i bellissimi giochi di luce e fumo. Marina Rei ci regala poi un suo pezzo, Donna che parla in fretta (ispirato a una poesia di Anne Waldman), e canta e suona la batteria ricordandoci della sua bravura d’artista. Per il terzo atto Massimo Roccaforte torna a unirsi alle mattatrici della serata, stavolta imbracciando un mandolino.

Carmen Consoli - Volevo fare la rockstar tour
Carmen Consoli – Volevo fare la rockstar tour

Apre le danze un tributo a Franco Battiato con la canzone Stranizza d’amuri, per poi ripartire con alcuni pezzi più pop. Carmen Consoli è seduta ma niente affatto stanca, continua ad accanirsi sulle corde della chitarra e gettare plettri quando non servono più. La voce potente, il trasporto immutato da venticinque anni a questa parte. Ritorna in piedi solo alla fine, quando intona il suo A finestra, un pezzo ritmatissimo in siciliano che induce tutta la platea ad alzarsi e che ricorda tanto Rosa Balistreri.

Il concerto si chiude dopo oltre due ore, tempo scivolato via in un attimo, regalando uno spettacolo davvero unico. Se c’è una cosa che ho capito assistendo è che non servono poi effetti strabilianti, decine di musicisti o scenografie pirotecniche per creare uno show capace di rapire e percuotere il pubblico. Gli elementi essenziali sono ottima musica, passione e divertimento e l’altra sera, al Teatro Verdi, di tutti e tre questi elementi ce n’era in abbondanza.

Ho avuto anche l’opportunità e il piacere di scambiare qualche parola con Carmen Consoli dopo il concerto. Questo mi ha dato modo di scoprire una donna gentile e affabile, innamorata di suo figlio e del suo mestiere. Un’artista immensa ma umile, distante solo la lunghezza di un braccio, a dimostrazione che quando qualcuno sa di “essere” spesso è anche così intelligente da non mettersi su un piedistallo.

Serena Pisaneschi

Foto in alto: un momento del concerto

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