Nello straordinario mondo di Zoey i sentimenti si cantano

Lo straordinario mondo di Zoey
Musica, coreografie e una protagonista che si barcamena tra l’apparenza e la sostanza delle persone che la circondano.

Zoey Clarke (l’attrice Jane Levy) si trova alla soglia dei trent’anni, è programmatrice in un’azienda all’avanguardia ed è circondata da persone che le vogliono bene. La sua vita altalena tra il lavoro, la famiglia e gli amici e scorre tutto liscio fino a quando, a causa di un incidente durante un esame medico, acquisisce un potere straordinario: riuscire a cogliere i veri stati d’animo di chi la circonda. Come fa? Semplice, attraverso le canzoni. Zoey assiste a vere e proprie performance canore, a volte anche coreografiche, e la canzone del cuore che la persona sta cantando in quel momento, spesso in contrasto con l’apparenza che vuole mantenere, le rivela il vero stato d’animo. Queste confessioni involontarie non lasciano indifferente Zoey, che si troverà a dover sopportare il peso (spesso gravoso) di conoscere la realtà e la responsabilità di aiutare coloro che ama. Ecco che Lo straordinario mondo di Zoey, trasmesso su Raiplay, ci racconta i salti mortali che compie questa ragazza e come si renda conto che le cose, a volte, non sono come appaiono.

Nella serie s’intrecciano varie storie, dalle vicende amorose dei protagonisti all’integrazione, dalla parità di genere all’accettazione di un lutto importante. Riflettendoci però, quello che più salta agli occhi è il bisogno di apparenza che dobbiamo sempre mantenere. Nei rapporti di lavoro, con la famiglia, nelle relazioni d’amore, si evidenzia come spesso si debba (o voglia) nascondere una parte di sé, sempre quella più vera e più fragile. Ci rendiamo conto di quanto sia facile mettersi da parte per mantenere una certa immagine, ma anche di quanto, allo stesso tempo, sia anche castrante e generi conflitti. Chi di noi non ha mai censurato una parte di sé, a volte anche corposa, per non doversi giustificare, per non deludere le aspettative o semplicemente perché non ne valeva la pena? Quante volte abbiamo risposto con “bene” alla domanda “come stai?” quando invece ci sarebbero state da confessare ore di tormenti interiori? Se dovessi fare una statistica direi che succede la maggior parte delle volte, anche con le persone che più ci sono vicine. E questo perché? Forse per non mostrarsi deboli, per compiacere, ma essere deboli o mal disposti è proprio quello che ci rende umani.

Questa serie mi ha fatto tornare alla mente un libro di George Eliott, Il velo dissolto, dove il protagonista ha la capacità di poter leggere nel pensiero delle altre persone. Questa sua dote lo tormenta e lo distrugge giorno dopo giorno, è costretto ad assistere alla falsità che lo circonda, purtroppo anche a quella dei suoi cari. Vedendo la serie tv, con le sue belle canzoni interpretate benissimo e i balletti degni di Broadway, verrebbe quasi da augurarsi di possedere lo stesso potere. Ma saremmo davvero capaci di reggere alla pressione di conoscere la verità dei sentimenti degli altri? Io non ne sono affatto convinta, sebbene la playlist e le performance siano davvero accattivanti.

Serena Pisaneschi

Foto in alto: Jane Levy nei panni di Zoey Clarke

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