Oriana Fallaci. “Cercami dov’è il dolore” di Umberto Cecchi

Oriana Fallaci
Un ritratto inedito per rendere omaggio, nella ricorrenza della nascita, a una donna oltre il consueto, scrittrice coraggiosa e tenace.

Il 29 giugno 1929 nasceva a Firenze Oriana Fallaci, giornalista e scrittrice italiana che ci ha lasciati nel 2006. I suoi scritti e la sua persona, amata o odiata, sono noti a livello internazionale ma noi vogliamo renderle omaggio ispirandoci al libro Cercami dov’è il dolore dell’amico e collega Umberto Cecchi edito da Mauro Pagliai Editore nel 2013. La presentazione, curata dallo storico e saggista Franco Cardini, esordisce in modo a dir poco efficace per rendere l’idea di come fosse questa donna oltre il consueto.

A Cardini non piacevano quasi mai le sue idee e i suoi punti di vista. Ci sono tuttavia un paio di ragioni per cui l’amava: perché era una grande scrittrice (anche se lei preferiva scrittore) e perché era una donna di enorme, autentico, feroce e disperato coraggio.

Umberto Cecchi nel suo scritto ci regala il ricordo della loro amicizia, offrendoci un inedito ritratto di un’Oriana Fallaci privata. Ci racconta i suoi dolori, le passioni, i piaceri per le piccole cose, la felicità mai raggiunta e i suoi lutti. Il tema della morte ricorre spesso negli scritti di Fallaci, non solo quella delle guerre cui ha assistito con i propri occhi ma anche le sue, private e dolorosissime. Con questo estratto dal testo di Cecchi vogliamo renderle onore. Leggetelo pensando al suo sguardo pungente, a quella sua voce indurita dalle inseparabili sigarette e penserete di averla davanti. Era appena terminata la funzione funebre per la morte del padre di Oriana, dopo che aveva già perso sua madre e Alekos. I due amici erano seduti a un tavolino di un bar al Piazzale Michelangelo, con tutto lo splendore di Firenze davanti.

«Tu sai quanto odio infilarmi tra la folla. Convivere con il genere umano. Non è la gente, è l’arroganza, la maleducazione, una sorda prepotenza e una profonda ignoranza fatta passare per conoscenza reticente sono le cose che più mi infastidiscono. È il non voler vedere l’evidenza. Oggi la maggior parte della gente non sa nulla, non legge e non si informa, ascolta distratta la Tv, eppure con gran prosopopea sostiene di sapere tutto. È l’immaturità il vessillo sventolato nell’ultimo Novecento. Una marea di ammalati d’egocentrico infantilismo, ferocemente aggrappati a un pressappochismo vergognoso.»

Umberto Cecchi ci offre il ritratto di una donna eccezionale, dura e sensibile allo stesso tempo, tenace e dotata di grande forza interiore. Nonostante le apparenze, una donna timida, che si rende antipatica per difendersi dalle ostilità del mondo e della vita. Peccato che non ci sia riuscita perché a noi l’eroina Oriana Fallaci non è affatto antipatica.

Paola Giannò

Foto in alto: Oriana Fallaci, Atheneum Boekhandel, Amsterdam, 11 dicembre 1980

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