Un’intervista a Sabrina Ma per conoscere il suo memoir ironico e autentico

Sabrina Ma - La forma del cetriolo
La forma del cetriolo è un testo sulle relazioni che ci fanno crescere, per chi ha amato, sbagliato, ricominciato.

 

Il primo libro di Sabrina Ma, La forma del cetriolo, è un’autobiografia ironica, un viaggio sentimentale e sessuale tra persone troppo spesso incapaci di mettersi in gioco. Giornalista, social media manager, residente “di passaggio” a Venezia, l’autrice si definisce curiosa e attenta agli animi, ma poco delle persone.

Da che cosa nasce l’idea di questo testo?
«Dalla voglia, alla mia età, di tirare un po’ le somme delle mie storie. Una volta raggiunta la pace sentimentale ero pronta a raccontare il passato. Chissà che possa essere di aiuto a qualcuno, sia donne che uomini.»

Quanto c’è di reale e quanto di romanzato nelle vicende narrate?«Metà e metà, ovvero ho mescolato quello che poteva essere un desiderio con la curiosità di capire come sarebbe stato. Ma direi che la base dei diversi personaggi è reale.»
Il libro è impreziosito da alcune illustrazioni: da chi sono state realizzate e come mai ha pensato di inserirle?
«Ho chiesto a un’amica, Danila Apuzzo, di dare vita ai luoghi importanti di cui racconto e che in qualche modo legano i vari personaggi. Ho inserito le illustrazioni con una logica tutta mia, non necessariamente legati alla storia che precedono, in modo da arricchire il mistero!»
Nella copertina oltre ai cetriolini troviamo anche un simpatico pomodorino: che cosa rappresenta?
«Tra tutti i maschi c’è anche una storia con una donna, il sentimento più importante, e anche l’unico rapporto a cui ho concesso un nome. Mi faceva piacere differenziare e dare un peso anche con il colore, un bel rosso amore.»
Il libro, in vendita su Amazon, è catalogato come erotico. Quanto lo definirebbe piccante o quanto semplicemente un estratto di vita vissuta?
«Io non lo descriverei come piccante, in generale non amo definire le cose, specialmente quelle intime. Ognuno può dare la definizione che ritiene più opportuna. Io penso solo che sia stato un periodo della vita che rispondeva anche a un mio desiderio. E sono felice di aver vissuto tutto quanto.»
La forma del cetriolo viene descritto anche come autobiografico. Lei come si pone rispetto al fatto di raccontare la propria vita, anche intima, a chiunque voglia acquistare il suo libro?
«Intanto rubo una frase che Italo Svevo scrisse a Eugenio Montale: “Pensi che è un’autobiografia, ma non è la mia!”. Preferisco lasciare il mistero sui confini tra il reale e il romanzato. Mi piace l’idea che magari possa servire a mettere in guardia qualcuno: attenzione se incontri un tipo così, a me è successo questo! In fondo nel mio libro ci sono episodi a cui tutti abbiamo fatto un pensiero ma per timidezza, retaggio culturale o inibizioni non ammettiamo neanche con noi stessi. Usare un po’ di ironia in questi casi serve molto.»
Finalmente anche nel genere erotico c’è più spazio per le autrici, oltre gli stereotipi di genere e al di sopra dei giudizi gratuiti.  Quale differenza pensa ci possa essere tra un testo di questo genere scritto da una donna rispetto a uno scritto da un uomo?
«Forse te lo racconterò nel prossimo romanzo, potrebbe essere proprio questo il tema. A dire la verità non lo so, ci sono anche uomini molto più sensibili di quanto ci possano raccontare gli stereotipi di genere. Parlerei più di persone che di uomini o donne. La sensibilità, il desiderio o l’amore non hanno sesso, o non dovrebbero averlo.»
Alla luce alle sue esperienze c’è un consiglio che sentirebbe di poter dare alle nuove generazioni… ma anche a quelle meno nuove?
«Penso che due adulti possano dirsi le verità in faccia, ma anche essere onesti sui desideri e le sensazioni da provare. Mi auguro che nella vita si possano avere amori corretti e sinceri. Provate, nei limiti della legalità e nel rispetto dell’altrə, quello che pensate vi possa piacere. Tenersi le cose nascoste dentro macera e accumula piani e piani di rimpianti; in tutti i campi della vita, non solo per il sesso, naturalmente! Da quanto mi hanno riferito alcune lettrici, direi che questo consiglio sia valido per tutte le generazioni.»

Erna Corsi

Foto in alto: Sabrina Ma

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