Una pausa da tre, di Cinzia D’Onza. Una storia di donne e accoglienza

Cinzia D'Onza
Possono tre donne tanto diverse allacciare un rapporto d’amicizia? Può darsi, ma alla base ci dev’essere un forte senso di empatia.

Il 19 ottobre, presso a libreria Lo Spazio, a Pistoia, ho avuto il piacere di presentare il libro di Cinzia D’Onza Una pausa da tre. La storia di questo racconto lungo vede protagonista Clizia, una donna poco più che quarantenne che, a un certo punto della propria vita, si pone alcune domande. In un certo senso fa una specie di bilancio su chi è, sul cammino intrapreso, e nel bel mezzo di queste sue riflessioni incontra Leandra. Eccessiva e dalla personalità spumeggiante, Leandra è quasi l’alter ego di Clizia. È una donna che non si preoccupa mai di attenersi ai canoni sociali, è sboccata, irruenta, sincera al limite della maleducazione.

Strano a dirsi, benché così diverse le due donne cominciano a frequentarsi. Ma il titolo ci suggerisce che ci sia un’altra persona all’interno di questo quadro, e infatti c’è Irina. Dirimpettaia di Clizia da un decennio, le due, seppure del tutto simili come stile di vita, non si erano mai presentate. L’avvento dei social le metterà in contatto e Irina farà anche la conoscenza di Leandra. Senza anticipare altro della trama, posso dirvi che cominceranno a volare scintille.

una pausa da tre -cinzia donzaCinzia D’Onza, durante la nostra chiacchierata, ha spiegato di aver voluto scrivere una storia che parlasse delle differenze tra le persone e della capacità di accoglierle. A tal proposito ha citato anche J.B. Pritzker, politico, imprenditore e filantropo statunitense: «Quando vediamo qualcuno che non ci somiglia o non parla come noi, o non si comporta come noi, non ama come noi o non vive come noi, il primo pensiero che attraversa il nostro cervello è radicato nella paura, nel giudizio o in entrambi.»

Oltre a questo ci sono altri temi racchiusi in Un pausa da tre, ovvero l’accettazione del cambiamento del corpo dopo la maternità, l’amicizia, e forse anche il dualismo che a volte viviamo trovandoci al cospetto di chi è tanto diverso da noi. La scelta di tre donne come protagoniste è sembrata ottimale a D’Onza per portare alla luce tematiche a lei care, sia per la complessità del genere femminile – e lo dico senza peccare di maschilismo – sia perché, si sa, si scrive bene di ciò che si conosce.

Una pausa da tre è un racconto che si legge con piacere, scorrevole e divertente. Riesce a fare buona compagnia anche a chi non è abituato a leggere molto, regalando un paio d’ore di svago. Ciò che serve fare è andare su Amazon, comprarlo, sfogliare le pagine e calarsi nei panni dello spettatore.

Serena Pisaneschi

Foto in alto: Cinzia D’Onza e Serena Pisaneschi

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