Unos Cuantos Piquetitos: Frida Kahlo e la denuncia del femminicidio

Una donna che ha reso il proprio lavoro uno strumento capace di risvegliare le coscienze per riflettere sul mondo che ci circonda.

Frida Kahlo è una delle pittrici più famose della storia dell’arte mondiale e una delle figure più in vista del panorama culturale. Il suo stile unico, caratterizzato da un forte simbolismo, l’ha consacrata al grande pubblico.

È anche una icona femminista come dimostrano i numerosi cartelloni che la raffigurano in merito alla lotta contro il patriarcato. È di certo un modello di indipendenza e passione grazie alla sua capacità di non arrendersi alle sofferenze che la vita le ha posto sulla strada.

Quando pensiamo a questa artista, le prime immagini che ci vengono in mente riguardano il Messico, i fiori, gli animali e tutto un corteo di soggetti pittorici dai colori vivaci. Famosi sono i suoi autoritratti, che hanno lasciato un segno profondo nella memoria collettiva.

Ma Frida si guarda intorno e con occhio attento scorge le cose belle e quelle brutte, perché lei conosce il dolore fin troppo bene. Da questa osservazione nasce la denuncia di un evento tragico.

Nel 1935 realizza il dipinto intitolato Unos Cuantos Piquetitos (trad. Qualche piccolo colpo di pugnale). Si ispira a un fatto di cronaca che vedeva protagonista una donna uccisa a pugnalate dal compagno. Il titolo dell’opera non è casuale, anzi riprende proprio la giustificazione che diede l’uomo dopo la cattura.

La scena è reale, intensa e cruda, enfatizzata dal sangue che macchia di rosso il pavimento e le lenzuola mentre la donna giace ormai inerme nel letto. Il corpo – nudo, tra l’altro – è scomposto, gli arti abbandonati, il viso dai tratti incavati che sta perdendo vitalità, e una zazzera di capelli neri con le punte simili ai fili di una stoffa strappata.

Accanto alla donna sta la figura dell’uomo che regge il coltello. È vestito e ha la camicia sporca di sangue come la lama che tiene in mano. Al contrario della donna, la sua espressione non è afflitta, ma sembra la faccia di uno che ha appena commesso un’azione di poco conto. La stessa scarsa considerazione che provava nei confronti della consorte.

Nella tela uno striscione riporta il titolo ed è sorretto da due colombe. Secondo l’iconografia romana, la colomba bianca rappresenta l’anima che dopo la morte sale ai numi ed è da sempre un simbolo positivo. La colomba nera indica il mistero, la capacità di cogliere gli aspetti profondi della realtà. Due simboli, dunque, che segnano un ponte tra la vita e la morte.

Frida Kahlo - Unos Cuantos Piquetitos
Frida Kahlo, “Unos Cuantos Piquetitos”, 1935 – da Wikimedia commons

In merito al dipinto, Frida disse: «¿Por qué esa idea morbosa? Quizá haya sido simplemente una defensa. Esa mujer asesinada era en cierto modo yo, a quien Diego asesinaba todos los días […]»*, ovvero rivedeva in qualche modo se stessa nella donna assassinata in seguito ai ripetuti tradimenti del marito Diego Rivera. Come ben sappiamo, la storia fra i due è una delle più tormentate del mondo artistico.

Quanto emerge è la rappresentazione di due donne la cui vita è stata rovinata da un uomo. Ma mentre Frida Kahlo ha potuto usare l’arte come catarsi, la donna del dipinto non ha più avuto alcuna speranza. Ecco che entra in gioco l’importanza della denuncia: le storie non devono perdersi, ma devono essere riportate alla luce affinché tutti le conoscano.

La memoria degli esseri umani è breve e fallace. Abbiamo la cattiva tendenza a dimenticare il male e ci sorprendiamo – con ipocrisia e stupidità – quando esso si manifesta di nuovo.

Correva l’anno 1935 per Frida, eppure questa vicenda ricorda il fenomeno del femminicidio nella città messicana di Ciudad Juárez, dove tra il 1994 e 2005 sono state uccise più di 400 donne. Il femminicidio è sempre esistito, è sempre stato un fenomeno sistemico, però allora come oggi viene considerato poco e niente.

Dobbiamo sempre denunciare e ricordare, dobbiamo sostenere le donne e lottare, perché non ricapiti mai più.

«Lotta per le vostre ali, quelle ali che mi hanno tagliato.
Lotta per loro, perché possano essere libere di volare più in alto di me.
Combatti perché possano urlare più forte di me.
[…] Se domani tocca a me, voglio essere l’ultima.»

(Cristina Torres Cáceres,Se domani non torno)

*Trad.: Perché questa idea macabra? Forse si tratta solo di una forma di difesa. Quella donna assassinata in un certo modo ero io, quella che Diego assassinava tutti i giorni.

Altea Fiore

Foto in alto: Ritratto di Frida Kahlo (Guillermo Kahlo, 1932)

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