Tra l’inedita Turanda di Bazzini e il dittico di Pisa, la regista torinese usa l’opera per dare voce alle storie sociali e al femminile.
La regista d’opera Stefania Panighini è una protagonista della scena teatrale da vent’anni. Nata a Torino, è nota per il suo approccio innovativo e la sua attenzione alle tematiche sociali. Attualmente, ricopre il ruolo di docente ordinario al Conservatorio Giuseppe Verdi di Como. Panighini porta avanti il progetto Hoperance dal 2014, un crossover tra opera, danza e arte visuale.
La stagione 2025: Turanda e il dittico di Pisa
L’autunno 2025 vedrà Panighini impegnata in due incarichi di grande prestigio. Sarà curatrice della prima esecuzione moderna di Turanda di Antonio Bazzini, un’opera del 1867. La prima è in programma al Teatro Sociale di Como, con una successiva messa in scena al Lirico di Milano (come si evince dall’articolo allegato). La sua visione sarà focalizzata sulla figura di Turanda, esplorando la femminilità del personaggio.
Successivamente, si dedicherà a un importante dittico presso il Teatro Verdi di Pisa. Il progetto include Bal Masqué di Francis Poulenc e l’opera in prima assoluta La Torre di Marco Bargagna. Anche in questo caso, la regista potrebbe proporre una lettura in chiave femminile, attingendo al simbolismo della “femminilità” della Torre di Pisa.
L’impegno per le tematiche di genere
Stefania Panighini è da sempre molto attenta alle tematiche di genere e all’inclusione. Durante la pandemia, ha collaborato con la casa discografica Musica di Seta. Da questa collaborazione sono nati spettacoli e podcast di grande impatto.
Uno di questi è Intrepidaria, che narra le vite di grandi donne. L’intento era immaginare una storia attenta alla parità di genere. L’altro progetto è Anomaliae, incentrato sulle storie di donne internate in manicomio. Questo forte interesse per la narrazione al femminile si riflette anche nella sua regia. La sua visione arricchisce i personaggi femminili e i temi trattati nelle sue opere.
Una carriera tra tradizione e innovazione
La carriera di Panighini spazia dal repertorio tradizionale a quello più ricercato. Ha messo in scena Don Pasquale per la Calgary Opera. Ha curato anche l’allestimento di Pagliacci al Wexford Festival Opera. Il suo debutto americano è avvenuto con Traviata alla Dallas Opera.
La regista è considerata un punto di riferimento in Italia per la formazione dell’arte scenica nel cantante lirico. I suoi studi spaziano dall’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica Silvio D’amico alla laurea in Musicologia all’Università di Torino. Ha anche tenuto un Tedx Talk sull’ascolto al Teatro Regio di Torino.
Il suo approccio inclusivo è evidente anche nel progetto biennale con l’Opera Giocosa. Ragazzi under 18 e persone over 65 sono saliti sul palco insieme. Hanno messo in scena Don Pasquale. Questo spirito di coinvolgimento e innovazione rende Stefania Panighini una delle voci più significative dell’opera contemporanea.
Cinzia Inguanta
In alto: Stefania Panighini, foto di Paolo Tangari
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