Pernille, la straordinaria protagonista della serie televisiva prodotta in Norvegia

La protagonista ci accompagna tra lacrime e risate nelle pieghe complesse della vita familiare e dei temi sociali contemporanei.

Era dai tempi dell’adolescenza di mia figlia che non guardavo serie televisive. Le serate davanti alla tv accoccolate sul divano era un rito nostro, molto bello e complice. Erano i tempi di Dawson’s Creek , The O.C., e poi Una mamma per amica e Paso adelante a cui sono particolarmente legata anche per la nostra passione comune per la danza. Poi è calato il sipario. Preferisco di gran lunga i film, il grande schermo.

Ho ceduto a qualche sporadica produzione italiana, ma ho cercato di tenermi lontana da tutto ciò che a causa della mia compulsività mi avrebbe sicuramente incollata allo schermo per ore. Così, nonostante mi sentissi esclusa dalle dissertazioni delle amiche su protagonistә del momento, ho mantenuto fede al mio proposito.

Quest’estate Valeria, un’amica che letteralmente divora libri, film e serie televisive, mi ha parlato di una serie che aveva appena terminato di guardare. Ascoltandola ho sentito qualcosa che mi ha toccato e cosi mi sono arresa.

In onda sulla piattaforma di Netflix, Pernille è una commedia familiare ambientata in Norvegia. La serie ci accompagna nella vita di una donna contemporanea e molto reale. Pørni, questo il soprannome con cui viene chiamata la protagonista, è una madre lavoratrice e single. Separata dal marito, uno scrittore egocentrico, inaffidabile e assente, vive con due figlie adolescenti, Hanna e Sigrid, il padre Ole Johan e il nipote Leo. Il ragazzo le è stato affidato dopo la morte della sorella in un incidente stradale.

Molto legata a Annie è difficilissimo per lei accettarne l’assenza. Così escogita un modo per sentirla ancora vicina: si chiude in macchina nel garage. Qui le racconta momenti della sua vita lasciandole messaggi nella segreteria telefonica.

Pørni lavora come assistente sociale e si occupa dei figli di famiglie problematiche. Lo fa con passione e coinvolgimento, spesso a discapito di se stessa e della sua famiglia. Rappresenta perfettamente la vita di tante donne che, oltre all’impegno fuori casa, sono assorbite dall’accudimento di figli e genitori.

La sua vita è intessuta di preoccupazioni, gioie, amicizia, difficoltà, tradimenti, attimi di felicità, delusioni, amicizie, delusioni, paure, ma Pernille va avanti, non cede. La sua profonda umanità, il suo amore per le persone, la sua fiducia incrollabile e soprattutto la sua ironia e la capacità di sorridere e far sorridere sono la sua forza. E la cura e il rispetto dell’altro sono i suoi valori fondamentali, come pure la lealtà.

Il successo della serie è sicuramente legato all’interpretazione magistrale di Henriette Steenstrup che oltre ad essere la protagonista è anche sceneggiatrice della serie. Il suo nome a noi dice poco, ma nel suo paese è un’attrice comica molto famosa e stimata. Steenstrup è affiancata da interpretә assolutamente perfettә nel loro ruolo, a cominciare da Nils Ole Oftebro, il padre.

Molti sono i temi seri toccati nei vari episodi. Oltre al lutto e la perdita si parla di burn out, di bullismo, di omosessualità, delle sfide della genitorialità. I dialoghi sono molto curati e sono rimasta colpita dalla naturalezza e la sincerità della relazione che Pernille ha con il padre e con le figlie, anche quando si tratta di argomenti molto intimi e personali. Il loro rapporto, come spesso accade, è conflittuale, ma molto schietto. Pazientemente costruito sulla fiducia.

L’autenticità e l’assenza di giudizio sono i tratti che mi hanno conquistato maggiormente. E poi lo stile narrativo e il mix di leggerezza e profondità che ci accompagna in ogni puntata: ci si immerge e ci si lascia andare alle emozioni. Si sorride, ci si arrabbia, ci si commuove. È la narrazione della vita.

La serie si snoda in cinque stagioni, ognuna di sei puntate di mezzora, un fattore questo che potrebbe sembrare un vantaggio, ma per me è stato difficilissimo. A un certo punto ho preso la decisione di impormi un limite: tre puntate a sera. È stata una lotta, ma è stata anche una bella conquista imparare a gustare ogni episodio lentamente.  Forse sono pronta per iniziare un’altra serie.

Serena Betti

Foto in alto: Henriette Steenstrup nel ruolo di Pernille – Donna Moderna

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