“Un libro e …” – Dove non mi hai portata, romanzo autobiografico di Maria Grazia Calandrone

Maria Grazia Calandrone
La storia di una figlia che va alla ricerca della madre biologica, tra documenti e testimonianze, travolta da una società ingiusta.

Per questo venerdì vi propongo Dove non mi hai portata, il romanzo autobiografico di Maria Grazia Calandrone, pubblicato nel 2022 da Einaudi nella collana Supercoralli. Il libro ricostruisce la storia di Lucia Galante, madre biologica dell’autrice, e è stato finalista al Premio Strega 2023, ricevendo anche altri riconoscimenti.

L’opera si presenta come un intreccio tra memoir e inchiesta che ripercorre la storia di Lucia, cresciuta in una famiglia contadina del Molise, privata della possibilità di studiare e costretta a un matrimonio imposto. Vittima di violenze e soprusi quotidiani, trova nel legame con Giuseppe una speranza di riscatto. Con lui, tenta la fuga per iniziare una nuova vita lontano dal paese d’origine. Ma, incinta e perseguitata per adulterio e abbandono del tetto coniugale, la coppia finisce travolta da uno scandalo che li spingerà a prendere una drammatica decisione.

«Lucia combatte la sua guerra inconscia e solitaria contro la dittatura della normalità, contro il comune bisogno di espellere il perturbante, il disordine, tutto ciò che si scosta dal sordo imperio della maggioranza. L’imprevedibile, cioè, il vivo, l’ingovernabile che è la vita dei vivi».

Dove non mi hai portataNel giugno del 1965, Maria Grazia Calandrone viene abbandonata a soli otto mesi nel parco di Villa Borghese, a Roma. Poco prima, Lucia e Giuseppe avevano inviato una lettera al quotidiano L’Unità. Nella lettera, spiegavano le ragioni del loro gesto. Indicavano anche il nome della bambina e il luogo in cui sarebbe stata trovata. Lo fecero nella speranza che qualcuno potesse occuparsene. Dopo si toglieranno la vitta gettandosi nel Tevere. Quell’atto disperato trasforma la vicenda dell’autrice in un caso di cronaca italiana.

Calandrone parte da Palata, il paese molisano dove nacque sua madre. Intraprende un viaggio che attraversa tempi e luoghi diversi, ricostruendo con precisione una vicenda intima e familiare. È una storia personale che si intreccia inevitabilmente con l’Italia di quegli anni. Un paese segnato da un profondo conservatorismo e da un sistema patriarcale. In questo contesto, le donne vivevano in una condizione di forte subordinazione e ingiustizia.

Si tratta di un’indagine minuziosa fatta attraverso fonti fotografiche, testimonianze dirette, pagelle scolastiche, oggetti, luoghi, documenti di archivio e articoli di giornale. L’autrice scava nella vita di Lucia, sua madre biologica, con sguardo lucido e privo di giudizio, animata dal desiderio di comprendere, non di condannare. Scopre così che dietro l’abbandono non c’era un rifiuto, ma un gesto d’amore e di fiducia nella vita. «L’amore di Lucia per me, a me in persona sicuramente e semplicemente destinato, sta nel non avermi portata con sé nella morte, sta nel dove non mi hai portata e nel suo avermi riconsegnata alla vita. Alla vita di tutti. Facendo, della mia vita, fin dalle sue origini, vita che torna a tutti».

Il racconto in Dove non mi hai portata inizia con un passo misurato e lento, ma acquista via via intensità man mano che la narrazione e l’indagine si sviluppano. La scrittura, elegante e curata, colpisce con forza e sincerità, riportando in superficie l’intero spettro emotivo di una vicenda profondamente dolorosa. La prosa poetica riesce a convivere con il registro giornalistico, senza mai sacrificare l’accuratezza del lavoro documentario.

In accoppiata con il romanzo di Maria Grazia Calandrone vi propongo il podcast Mia madre, un caso di cronaca. Realizzato sempre dalla scrittrice per Rai Radio 3 e pubblicato su RaiPlay Sound, è composto da otto episodi (e un extra dedicato al tema dell’adozione, trattato dal punto di vista giuridico), con la regia di Elisabetta Parisi e Federico Vizzaccaro impreziosito dalle musiche originali di Fabrizio De Rossi Re.

Questa serie ha il merito di dare voce sonora a una storia già potente su carta, ampliandone la possibilità di ascolto e coinvolgimento emotivo. Accompagna la ricerca personale e letteraria di Maria Grazia Calandrone sulla vita della madre naturale e sugli eventi che portarono all’abbandono della figlia e alla tragedia finale, con letture dell’autrice e materiali d’archivio.

La narrazione alterna sapientemente diversi registri, rendendo l’ascolto ricco e coinvolgente. La voce di Maria Grazia Calandrone guida il racconto e dà vita ai passaggi più intensi leggendo brani tratti dal suo romanzo. A questa dimensione personale si affiancano interviste, testimonianze dirette e interventi di esperti, tra cui Cecilia Angrisano, che approfondisce temi legati al diritto di famiglia e alla normativa sull’adozione in Italia. Le musiche originali, infine, sottolineano e accompagnano i passaggi emotivamente più forti, amplificando il coinvolgimento dell’ascoltatore (la colonna sonora è stata resa disponibile separatamente con l’album dal titolo Lo sguardo).

Nel podcast ritroviamo, inoltre, una buona ricostruzione del contesto sociale, culturale e normativo degli anni ’60 in Italia: la stigmatizzazione delle relazioni extraconiugali, la condizione dei figli “illegittimi” e le conseguenze legali e sociali per le donne. Questo aiuta l’ascoltatore a comprendere che la tragedia non è solo individuale, ma ancorata a strutture sociali forti.

Mia madre, un caso di cronaca è un podcast ben costruito, capace di fondere bene la memoria personale dell’autrice e documentazione. Buon ascolto e buon fine settimana!

Sara Simoni

Foto in alto: Maria Grazia Calandrone (da laboratoripoesia.it)

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