La poesia nel dì di domenica presenta la poesia di Emily Dickinson

Maggio in versi: quattro poete per quattro diversi sguardi sulla rinascita, tra natura, anima e memoria.

Dedichiamo le nostre domeniche di poesia al mese di maggio. Ci lasciamo avvolgere dalla sua atmosfera luminosa e rinascente. Lo faremo attraverso i versi di quattro poete. Infatti, ognuna ha colto la magia di questo mese con sguardi e sensibilità differenti. Maggio è il mese della Madonna e delle rose. È anche il tempo della natura in festa e del risveglio dei sensi e dell’anima. Questo mese è un equilibrio e un incanto. Perché è sospeso tra le piogge primaverili e il calore dell’estate. Per questo motivo, è tanto amato dalla poesia.

Così, in questa terza domenica ci soffermiamo sulla poesia di Emily Dickinson. Nel suo componimento, C’è un mattino agli uomini invisibile, eleva maggio a uno scenario quasi celeste. Le sue parole raccontano di un «serafico maggio», abitato da creature leggere e danzanti, perciò lontane dal mondo terreno. È una visione mistica e affascinante, in cui la primavera non è solo stagione naturale, ma uno stato dell’anima, un mattino che si manifesta in un altrove invisibile, atteso con incanto e speranza.

Per La poesia nel dì di domenica, Serena Betti, oggi legge per noi C’è un mattino agli uomini invisibile di Emily Dickinson. Buon ascolto.

Debora Menichetti
Foto in alto: Emily Dickinson (fonte web)
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C’è un mattino agli uomini invisibile 

C’è un mattino agli uomini invisibile
Le cui fanciulle su un più remoto prato
celebrano il loro serafico maggio
E per tutto il giorno, con balli e giochi,
e capriole che non potrei mai descrivere
Impiegano il giorno festivo.
Qui a passo leggero, si muovono i piedi
che non camminano più per le strade del paese
Né presso il bosco si incontrano
Qui sono gli uccelli che cercavano il sole
quando la conocchia dell’anno passato oziosa pendeva
E i bordi dell’estate erano confinati.
Mai vidi una così meravigliosa scena
Mai un tale cerchio su un tale prato
Né così sereno insieme
Come se le stelle in una qualche notte d’estate
Alzassero i loro calici di Crisolito
E festeggiassero fino a giorno
Come te ballare – Come te cantare
Popolo sul mistico prato
Io chiedo, ogni nuovo mattino di maggio.
Aspetto le tue lontane – Fantastiche campane
Che mi annuncino in altre valli
A una diversa aurora!

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