L’obiettivo di Virginia Villa: dare più voce agli editori indipendenti

Virginia Villa
Villa: «Se vogliamo creare un’editoria più equa, è necessario cambiare la mentalità». Intervista dal primo numero de L’Altro Femminile.

Ho conosciuto Virginia Villa all’inizio del 2019 e ho subito ammirato il suo impegno per fare emergere l’editoria indipendente, da sempre schiacciata dai grossi gruppi editoriali. Nel suo sito LeggIndipendente promuove libri di piccole e medie case editrici, dando spazio ad autori e autrici meritevoli ma meno conosciuti, e da poco ha aperto l’agenzia letteraria La Sinossi con la quale offre servizi a chi ha il grande sogno di pubblicare un libro. L’appuntamento è su una piattaforma webinar, fortunatamente i mezzi che abbiamo a disposizione aiutano a mettersi in contatto anche con chi è lontano. Dopo i saluti e i primi convenevoli, cominciamo l’intervista.

Lavorare nell’editoria è desiderio di molte persone, tu come ti sei avvicinata a questo mondo?

«Per passione, soprattutto. Il mio percorso di studi non è stato attinente a quello che faccio adesso, mi sono diplomata al liceo socio-pedagogico e poi iscritta alla facoltà di scienze politiche. Ma fino dall’età di quattordici, quindici anni ho sentito l’esigenza di parlare delle mie letture. Sono sempre stata una buona lettrice ma avevo pochissime persone con cui condividere il mio amore per i libri, soprattutto da adolescente, così ho aperto un blog.»

E piano piano il tuo blog è cresciuto.

«Nel corso del tempo ho cercato di dargli forma, anche perché il mondo editoriale mi attirava sempre di più nonostante i miei studi seguissero un’altra strada. Sono stati gli editori, poi, a contattarmi per le collaborazioni.»

Ed è nato LeggIndipendente?

 «Quattro anni fa ho seguito un corso tenuto da NN editore che si chiamava “Di lavoro leggo”. Grazie al corso ho capito che il mondo dell’editoria è saturo di professionisti come editori o autori, e anche di blogger ce ne sono moltissimi, e ho capito che, se volevo emergere, era fondamentale che mi diversificassi, che mi focalizzassi su un determinato “ramo”. Dato che le mie letture erano già orientate verso le case editrici indipendenti, più nascoste delle major ma altrettanto valide, ho creato LeggIndipendente.»

Com’è nata l’idea dell’agenzia letteraria La Sinossi?

«Con LeggIndipendente mi capitava spesso di entrare in contatto con autori in cerca di editing o chiarezza sul mondo dell’editoria. Io fornivo loro consigli ma da persona che conosce come si muove la macchina editoriale, non dal punto di vista professionale perché non lo ero. Così, parlando con Francesca Ghezzani, mia socia che in LeggIndipendente si occupa di ufficio stampa, abbiamo deciso di fare un salto di qualità e creare l’agenzia letteraria.»

Che servizi offre l’agenzia?

«L’agenzia offre molteplici servizi, dalla scheda di valutazione all’editing, dalla rappresentanza all’ufficio stampa. Seguiamo un autore dall’inizio alla fine, curando ogni aspetto del cammino editoriale.»

Quindi tu porti avanti sia LeggIndipendente che La Sinossi, e qualche mese fa sei diventata mamma. Come concili tutto?

«Da quando è nata mia figlia ho tempi più lenti, ma non lascio indietro nulla. Credo molto nei miei progetti lavorativi, che devono andare di pari passo alla mia vita privata. Sono un po’ più stanca, questo sì, ma faccio il mio lavoro con passione conciliando professione e casa.»

Cosa vorresti cambiare nell’editoria italiana?

«Se vogliamo creare un’editoria più equa, è necessario cambiare la mentalità. Entrando in una libreria vediamo esposti più autori che autrici, pensa che ci sono anche molte donne che pubblicano con pseudonimi maschili. L’editore pubblica più uomini che donne perché gli uomini vengono letti di più, e questo per effetto delle preferenze di lettura. I lettori tendono a pensare che i libri scritti da donne siano “solo per un pubblico femminile” e, se questo può essere vero per determinati generi in cui non si rispecchiano, per tutti gli altri non vale. Statisticamente sappiamo che leggono più le donne che gli uomini, ma le varie classifiche vedono ai vertici per la maggioranza titoli di autori. Questo perché le donne leggono tutto, a prescindere da chi l’ha scritto, mentre gli uomini no, e purtroppo l’editoria si adegua a questa tendenza. La differenza tra uomini e donne, poi, si rispecchia anche nell’ambito della critica. Mentre gli autori vengono giustificati in merito ad alcuni elementi riguardanti il libro che hanno scritto, le autrici sono più additate e criticate in modo negativo. Si è meno tolleranti nei confronti delle autrici, mentre lo si è molto di più nei confronti degli autori. È anche importante che cambi la mentalità dei lettori, ma perché succeda è fondamentale che l’offerta sia paritaria.»

Tu poi sostieni da sempre l’editoria indipendente.

«Sì, perché ci sono realtà molto valide ma che non hanno le possibilità dei grandi nomi, che invece dettano legge. Le case editrici indipendenti risentono moltissimo delle azioni delle major, e questo purtroppo condiziona le loro scelte editoriali penalizzando sia se stesse che gli autori e le autrici che vorrebbero emergere.»

Cosa pensi dell’editoria a pagamento (EAP)?

«È una realtà che non dovrebbe esistere. Dico sempre ai miei autori e alle mie autrici di non cedere al primo editore che promette pubblicazioni a fronte di un pagamento anche di migliaia di euro. Quella non è editoria, è servizio di stampa e basta, anche perché dietro, molto spesso, ci sono pochissima cura e promesse disattese.»

Hai qualche dritta da dare a chi vorrebbe intraprendere una strada professionale nell’editoria, che sia blogger, autore, autrice, editor, ufficio stampa o altro?

«La formazione è fondamentale. Occorre studiare, informarsi, leggere tantissimo. Poi è importante avere fiducia in se stessi ed essere fedeli a chi si è, le copie non piacciono. È più faticoso emergere essendo originali, ma le soddisfazioni che derivano da sacrifici e difficoltà sono nettamente superiori alla fatica. È importante anche cercare il confronto con le altre persone, colleghi e addetti ai lavori, solo così è possibile crescere e arricchirsi sia dal lato professionale che da quello umano.»

Hai progetti per il futuro?

«Progetti ne ho, sì, ma non è ancora il momento di lavorarci. Quando faccio qualcosa voglio potermici dedicare appieno, quindi per adesso mi concentro su LeggIndipendente e La Sinossi, poi, a tempo debito, prenderò in mano altri progetti.»

L’intervista si conclude dopo quasi un’ora in cui abbiamo parlato di editoria, ma anche di famiglia e futuro. Siamo entrambe d’accordo che tutto l’impegno di adesso, gli sforzi e i compromessi necessari a far collimare tutto, siano domani un ottimo esempio per i nostri figli. Stiamo dimostrando loro che, con passione e dedizione, si possono raggiungere gli obiettivi, servono solo costanza, coraggio e un pizzico di anticonformismo. Soprattutto però serve avere un sogno; Virginia Villa è riuscita a dare vita al suo perché non ha mai mollato, reinventandosi quando necessario. Non so voi, ma io sono davvero curiosa di assistere alla sua prossima evoluzione.

Serena Pisaneschi

Foto in alto: Virginia Villa

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